Il 16 novembre scorso a Parma si è tenuto un presidio-manifestazione per richiedere alle istituzioni, in particolare al Prefetto, il blocco degli sfratti dovuti a morosità incolpevole. Manifestazioni simili si stanno tenendo in tutte le città d’Italia e ovunque in Europa, perché a fronte della crisi che avanza disseminando disoccupazione precarietà con conseguente impossibilità per molte famiglie di riuscire a pagare affitti e mutui, sta l’inconsistenza delle politiche pubbliche per la casa con l’insufficienza assoluta di alloggi a canone sociale.
A Parma e provincia i dati parlano chiaro: i provvedimenti di sfratto emessi nel 2011 sono stati 744, le richieste di esecuzione 1.075 (+ 22% rispetto al 2010) e gli sfratti eseguiti 427. Nel 2012 stiamo assistendo ad un ulteriore drammatico aumento, come risulta dalle rilevazioni semestrali. Pochi giorni dopo la manifestazione per il blocco degli sfratti del 16 novembre le istituzioni locali hanno emanato un bando che in teoria avrebbe dovuto garantire contributi e proroghe “per consentire alle famiglie sotto sfratto di” respirare”, facendo in modo, sempre secondo le dichiarazioni ufficiali, di venire incontro alle situazioni più difficili. Il tavolo interistituzionale che ha definito il bando ha voluto precisare che il blocco degli sfratti non era possibile e che il bando proposto sarebbe stato efficace nell’alleviare il peso degli sfratti per tante famiglie. Pur non condividendo la scelta, allo sportello informativo della Rete Diritti in Casa abbiamo consigliato a decine di famiglie sotto sfratto di partecipare al bando.
Il problema fondamentale è però che le possibilità di proroga degli sfratti che il bando prevede sono tutte incentrate sull’accettazione della proroga da parte dei proprietari e la nostra valutazione sull’efficacia del bando è del tutto negativa considerato che nemmeno uno dei casi da noi seguiti ha potuto ottenere la proroga fino a tre mesi prevista dal bando.
Quella dei proprietari è una categoria particolarmente protetta: a parte la completa libertà nella determinazione del canone concessa dalla legge 431/98 e i vantaggi fiscali per i grandi proprietari garantiti dall’applicazione della cedolare secca, dovrebbe essere evidente a tutti che i proprietari di casa se non sono coercitivamente costretti ben si guardano dall’essere generosi e solidali. Basti pensare all’insignificante quota di contratti a canone calmierato che sono stati sottoscritti dal 1998 ad oggi. Sperare quindi nella buona volontà dei proprietari affinchè gli stessi concedano proroghe negli sfratti, seppur a fronte di incentivi economici come previsto dal bando, è pura utopia. Ai proprietari interessa solo incassare e sfrattare gli inquilini morosi e quindi non ci si può certo appoggiare a loro per risolvere l’emergenza abitativa.
Per venire incontro alle esigenze degli sfrattati noi riteniamo che siano indispensabili provvedimenti forti, che vadano ad incidere sulla rendita speculativa (come Rete Diritti in Casa abbiamo elencato in una piattaforma rivendicativa in tal senso). Tra questi provvedimenti uno ad efficacia immediata è il blocco degli sfratti, applicato tutelando i piccoli proprietari e sospendendo l’esecuzione per un periodo necessariamente lungo laddove i proprietari posseggono molti appartamenti.
Il blocco degli sfratti è, oltre che necessario e urgente, anche possibile, considerati i poteri del Prefetto e il fatto che in altre città, come Firenze, è stato tranquillamente applicato prima per il periodo luglio/settembre poi nel mese di dicembre 2012. Se non si va ad intaccare il potere, attualmente assoluto, dei proprietari di casa, non si può sperare di risolvere l’emergenza abitativa, a meno che si voglia trattare il problema come esclusivo problema di ordine pubblico. In questo senso pesanti segnali li cogliamo anche a Parma, dove ultimamente abbiamo assistito a sfratti con intervento delle forze di polizia spropositati per sfrattare famiglie con bambini, una particolare arroganza da parte di alcuni ufficiali giudiziari e proroghe brevissime strappate in alcuni presidi antisfratto. Dall’altra parte però vediamo una sempre maggiore consapevolezza, determinazione e rabbia da parte di coloro che sono colpiti dalla crisi e che non hanno risposta al loro bisogno di casa e questo è il segnale del fatto che le cose dovranno per forza cambiare.
SABATO 22 DICEMBRE ORE 17 PIAZZA GARIBALDI PARMA A seguire dalle 20 cena tunisina a sostegno dell’occupazione di Borgo Poi presso Casa Cantoniera Via Mantova 24