I vantaggi di essere “ex”, tra pensioni, benefici e privilegi. In poche parole: uno spasso
di Diego Gustavo Remaggi
Le carriere politiche, talvolta, possono essere più lunghe di una vita di lavoro, di certo, per le tasche, sono molto più gratificanti di qualsiasi altra attività. Chi il politico lo fa di professione è sempre più goloso di prelibatezze e leccornie come pensioni, privilegi, indennità, che lo rendono assuefatto così come le poltrone lo tengono incollato. Talvolta però, anche con l’avanzare dell’età, essere stato un politico può tornare utile.

Giuliano Amato (ex-presidente del Consiglio): in politica da quarant’anni, può contare su carriere parallele di giurista e docente universitario. Il suo rapporto con gli italiani è sempre stato all’insegna del rigore e della serietà. Oggi può permettersi due ricche pensioni che, sommate, arrivano a toccare i 31mila euro lordi al mese e tre poltrone belle larghe: presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Treccani dal 2009 (incarico per il quale ha rinunciato all’assegno), presidente del comitato per i 150 anni dell’Unità d’Italia (da cui ha ricevuto solo i rimborsi spese) e maggior consulente in Italia per la Deutsche Bank (questa volta retribuito). Il “dottor sottile”, come lo definì Eugenio Scalfari per la sua gracilità e la sua competenza politica, non lesina nemmeno apparizioni in tv con programmi tutti suoi, tiene conferenze, riceve incarichi occasionali e chiarisce, sempre in tv, che la sua pensione sarebbe in realtà di soli 11mila euro cui devono essere sommati i 5mila di indennità parlamentare.

Lamberto Dini (ex-presidente del Consiglio): una vita dedicata all’economia e alla politica, ha sposato Donatella Pasquali Rosso, vedova del miliardario Renzo Zingone da cui ha ereditato vaste proprietà in Costarica, permettendo alla famiglia Dini di non doversi necessariamente curare dei problemi monetari. L’ex premier però, ha lavorato molto, nel settore bancario e in quello politico, tanto da ricevere mensilmente due belle pensioni (da Inps e Bankitalia) cui si aggiunge l’indennità da senatore. Insomma, ogni mese arrivano circa 40mila euro, cui si aggiungono proventi da libri, conferenze e altre attività editoriali, una somma che permetterebbe a molti di passare belle vacanze su assolate spiagge, magari proprio del Costarica.

Romano Prodi (ex-presidente del Consiglio): ottavo di nove fratelli, di cui più della metà inseriti in ambito universitario come docenti, ha iniziato la carriera politica cinquanta anni fa, nel 1963, quando divenne consigliere comunale a Reggio Emilia e l’ha conclusa annunciando il suo “ritiro” nel 2008. Dall’anno successivo è diventato professore alla Brown University negli Stati Uniti e docente alla Ceibs di Shangai. Gira il mondo, soprattutto dopo che il segretario generale dell’Onu gli ha affidato missioni di peacekeeping in Africa, ricevendo il recente e difficoltoso incarico di inviato speciale dell’Onu nel Sahel, per occuparsi della critica situazione del Mali. Anche Prodi ha avuto un excursus televisivo ed anche lui può sfoggiare ben tre pensioni: una da ex presidente Ue, una da ex-parlamentare e una da ex-professore universitario. 14 mila euro lordi al mese che qualunque “ex” vorrebbe avere.

Alfonso Pecoraro Scanio (ex-ministro): iniziò l’ascesa in politica più di trenta anni fa e divenne ministro per ben due volte (con Amato e con Prodi). Telegenico, arrivò – all’apice della sua carriera – a cantare persino, per beneficenza, a Sanremo. Nel 2008 fu considerato il principale responsabile dell’emergenza rifiuti in Campania ma ricevette una agguerrita difesa da parte di Beppe Grillo che lo definì “Pecoraro espiatorio”, indicando altri responsabili. Dopo aver fallito la ricandidatura con la Sinistra Arcobaleno dà vita alla Fondazione Univerde, che si occupa della diffusione della cultura ecologista e della green economy in Italia e insegna politiche dell’ambiente ed “ecoturismo” all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. In quanto ex-parlamentare prende una pensione di quasi 9mila euro, che gli consentono di non rimanere mai “al verde” e di girare il mondo, incontrare gente, organizzare convegni ed eventi con la fondazione di cui è presidente.

Gustavo Zagrebelsky (ex-presidente della Corte Costituzionale): attualmente insegna “Diritto costituzionale e Teoria generale del diritto pubblico” presso la Facoltà di Giurisprudenza di Torino oltre ad essere docente a contratto presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Come tutti i suoi predecessori, ha diritto, vita natural durante, all’auto blu con chauffeur a domicilio. La legge prevede che a carico dei contribuenti siano anche la spesa per il garage, le riparazioni, l’assicurazione, il bollo patente per gli autisti, l’olio per il motore, le candele, il liquido di raffreddamento, le luci, la spugna per lavare l’auto e persino la pelle di daino per asciugarla. Evidentemente gli oltre 21 mila euro lordi di pensione, non bastano per tenere sempre lucida ed efficiente la sua scintillante auto blu.
I privilegi, però, non arrivano solo dopo la pensione. Basta poco per avere qualcosa in più rispetto agli altri, un esempio?

Francesco Cascio (ex-presidente dell’assemblea regionale siciliana): attualmente gode di alcuni benefici in quanto ex presidente nonostante sia stato rieletto come consigliere (o meglio, deputato) ottenendo ben 12395 preferenze (quando nel 2008 venne chiamato “mister 21mila”). Ha una “stanza” tutta sua nel Palazzo dei Normanni (3 uffici di 10 metri quadrati l’uno), un portaborse, e 4mila euro da spendere in segreteria (addetto stampa ed altro personale esterno). Gli spetterebbero anche auto blu e autista, privilegi cui però ha rinunciato.