di Diego Remaggi – E’ uno degli oppositori più veraci e sinceri della giunta pentastellata di Parma. Lavora alacremente e in Consiglio comunale non si risparmia mai vivaci invettive che alzano i toni di un dialogo forse poco compreso dalla stessa maggioranza. Roberto Ghiretti è così, diretto e conciso, anche se ,quando si tratta di tirare le fila e concludere un altro anno di “pizzarottismo” imperante, si concede qualche minuto in più per definire la sua posizione.
La curiosità e l’interesse per le istanze portate avanti dal Movimento 5 Stelle hanno fatto ragionare Parma Unita sulla grande distanza che c’è tra la teoria e la pratica dei 5 Stelle parmigiani, una distanza che ha suscitato clamori, destato perplessità, anche tra coloro che, in un primo momento, avevano deciso di assecondare le proposte grilline. Già, cosa è rimasto di tutti quei proclami, di quelle idee così semplici e “geniali”? Secondo Ghiretti, chi è alla guida della città sta adottando una trasparenza “di piombo” e snocciola piano piano tutto quello che è stato fatto (e non fatto) per i diversi ambiti del governo ducale.
“Siamo stati molto contrari alla decisione di sopprimere il Quoziente Parma – esordisce l’ex assessore allo Sport -, è stato il campanello di allarme di una mancanza di attenzione ai temi connessi alla famiglia che, in un momento di crisi come questo, ci pare ancor più grave”. Insomma, aumentano le rette degli asili, ci sono liste d’attesa con una consistenza ancora indefinita e la risposta del Comune è insufficiente. Poi, le opere pubbliche, quelle che gravitano ancora attorno al repentino capovolgimento dalla “città cantiere alla città cratere”, “dal troppo al troppo poco”. E sebbene il piano triennale degli investimenti nelle infrastrutture, secondo Ghiretti, “mette tanta carne al fuoco”, c’è sempre da sperare che tutti quei numeri, alla fine, riescano ad incasellarsi da soli.
Le perplessità maggiori sono però sulla gestione della città. Un Sindaco ed una giunta che scelgono uomini chiave con criteri ancora da assodare. “Lorenzo Bagnacani, Patrizia Verrusio, Rosario Giannini, Mirko Rubini. Pensate che Bagnacani – sorride Ghiretti -, dopo aver promesso tagli di stipendio e impegno per la nostra città: lo stipendio non se l’è tagliato. E Giannini? L’unica cosa che ha detto è stata quella di ringraziare tutti spiegando che a Parma ha mangiato bene ed ha imparato qualcosa sulla gestione delle società pubbliche”. La scelta delle nomine su base curriculare sembrerebbe essere totalmente da rivedere, “professionalità da fuori Parma, curriculum anonimi, che non fanno brillare la loro azione amministrativa per risultati e metodi di lavoro”.
Ci sono tante piccole dimenticanze che l’Amministrazione pentastellata sembra essersi lasciata alle spalle, dalla fontana del Bizzozzero alla discarica abusiva a Panocchia, dall’inceneritore acceso ad una raccolta differenziata che sembra essere fatta a “mucchi” piuttosto che porta a porta. “Siamo sempre stati contrari all’ingresso di rifiuti che arrivano da fuori provincia nell’inceneritore – tuona Ghiretti -, e nessuno pensi di portarli, perché questa volta ci sarò io davanti ai cancelli”.
Attacchi poi alla gestione dell’assessorato alla Cultura che sembra più un assessorato al Regio e ad un bilancio preventivo che ancora deve essere annunciato, con le aliquote Imu e Irpef ancora alle stelle.
Parma Unita, insomma, non ci sta, enumera le contraddizioni e l’oscurità delle azioni sulle partecipate, parla, tramite Carlo Cova, delle azioni mirate ad un rinnovamento della Cittadella e si preoccupa della sicurezza in città, criticando il sistema di controllo territoriale, proponendo più prevenzione e meno militarizzazione delle zone.
In chiusura, poi, un breve pensiero sugli SCEC: ” Sono state approvate delibere, dati contributi, allestite garitte, un’operazione da 15 mila euro; e gli unici esercizi ad avere aderito sono in gran parte di persone vicine o aderenti ai 5 Stelle”. Il 2014? Parma Unita lotterà su quattro temi fondamentali: ambiente, famiglia, imprese, associazionismo, proponendo più condivisione cercando di “diventare – conclude Roberto Ghiretti -, la coscienza critica dei 5 Stelle. Ci piacerebbe essere ascoltati”.
Ci riusciranno?