“Vogliamo l’Europa dei popoli, non delle banche e dei poteri forti”. In tempi di campagna elettorale è lecito parlare per slogan, ma la filosofia anti-austerity della lista Tsipras percorre tutto il suo programma politico, che risuona come una grande protesta di piazza della sinistra popolare.
“Contro le lobby bancarie e finanziarie, contro le grandi multinazionali che sovrastano incontrastate, contro la logica del mercato, come unico regolatore sociale, che domina tutto, dai rapporti alle decisioni politiche, contro la mercificazione della vita, dobbiamo riprenderci in mano davvero i processi di partecipazione democratica, la capacità di contrastare, riaprendo conflitti, chi ci vuole ridurre all’impotenza, alla rassegnazione, alla disperazione. Possiamo ritornare ad essere una grande forza di opposizione e di strappare quei diritti che ci consentono di condurre una vita dignitosa: lavoro, casa, alimentazione, abiente, istruzione, salute ”.
Sono le parole di Maria Cristina Quintavalla, docente di storia e filosofia al liceo classico Romagnosi. Nota ai più come “la pasionaria”, la Quintavalla è candidata per il Nord-est al Parlamento Europeo, nella lista “l’Altra Europa con Tsipras”.
Per i lettori che non la conoscono: quando, dove e come nasce la sua passione politica?
Sono nata in una famiglia povera, ho studiato lavorando l’estate come stagionale. Da giovane mi sono avvicinata al movimento sudamericano della Teologia della Liberazione, di cui condividevo l’anelito ad un cristianesimo dalla parte degli ultimi e degli oppressi, affinchè riconquistassero la loro pienezza di esseri umani, violati ed offesi da violente ingiustizie. Ho partecipato alla grande stagione di lotte iniziate nel 68 e proseguite per oltre una decina di anni. Sono quindi approdata al marxismo: Camilo Torres diceva “sono comunista perché sono cristiano”. Ho militato a lungo nel Pcd’I .Ho quindi dato vita, insieme a tante altre persone straordinarie, con cui ho avuto la fortuna di collaborare,al Circolo della cultura popolare, al Doposcuola popolare e, infine, al Comitato di lotta per la Casa. Da lì la celebre “lenzuolata” che rovesciò la classe politica ed imprenditoriale di Parma e la collusione di interessi e speculazioni che avevano ordito alle spalle dei cittadini. Noi abbiamo lottato contro un modello politico economico, che stava nascendo, fondato sul compromesso coi grandi interessi economici e industriali, che si candidava a rappresentare.
Perché ha deciso di aderire al progetto politico di Alexis Tsipras?
Per un’Europa dei popoli, che s’ispiri al Manifesto di Ventotene. Noi non vogliamo l’Europa di oggi: l’Europa delle banche, della finanza, del neo-liberismo spietato. Dove la BCE è un’importantissima istituzione dotata di indipendenza politica, dove tutte le istituzioni più potenti, fatta eccezione per il Parlamento di Bruxelles,non sono elettive. E’ lì che sta definendosi un accordo di partenariato per il commercio e gli investimenti tra USA e Unione Europea (TTiP), destinato a creare il più grande mercato globale, in cui merci e capitali potranno circolare derogando alle leggi in materia di tutela del lavoro e dell’ambiente in vigore nei paesi europei. E’ qui che i paesi con economie più forti, usufruendo della stabilità monetaria, garantita loro dai Trattati sui bilanci, hanno l’egemonia in materia di commerci eprestiti, accordati con ricatti e condizionamenti sui paesi più deboli. A Bruxelles il PSE e il PPE hanno il controllo del Parlamento, ed insieme sono complici responsabili del disastro economico europeo attuale. Ci vuole una sinistra alternativa.
I sondaggi vi danno intorno al 4%: pur oscillando ogni giorno, siete in crescita. Da dove proviene il vostro elettorato?
in Italia la sinistra è orfana. E’ orfana di partito, di orgganizzazione politica alternativa. La sinistra, quella vera, esiste ancora nelle piazze, nelle manifestazioni, rappresentata dai tantissimi uomini e donne che hanno combattuto e combattono per i diritti, contro i piani di rapina che la classe politica al potere in Italia voleva imporci. Vogliamo costruire una forza catalizzatrice di questo movimento per la libertà, per i diritti, per la tutela degli ultimi e dei più deboli. Il nostro elettorato proverrà dagli scontenti, dagli insoddisfatti. Dai disillusi del Partito democratico, dalle vittime del massacro del Governo Monti e, credo anche dai tanti di sinistra che hanno votato per il M 5 S, poichè non c’era altro a raccogliere il dissenso.
La lista Tsipras sintetizza il proprio programma elettorale in 10 punti fondamentali. Se dovesse privilegiarne 3, quali sarebbero?
Prima di tutto l’audit sul debito: è fondamentale rimettere in discussione la parte illegittima del debito, usata come clava per imporre le politiche di austerity. Poi senz’altro il Piano Straordinario sul Lavoro: vogliamo che siano stanziati 100 miliardi di euro, ogni anno, per recuperare i 27 milioni di posti di lavoro andati persi. Poi l’abrogazione del Fiscal Compact e di tutti i vincoli che limitano la sovranità degli stati in ambito finanziario. La necessità di ridurre il debito al 60% del PIL comporterà dei tagli pari a circa 50 miliardi di euro annuali per vent’anni, che provocheranno ulteriore povertà e porteranno a una tale insostenibilità di questi vincoli da permettere le privatizzazioni e il rafforzamento delle politiche neo-liberistiche, che è la religione dominante dell’Unione europea. Vogliamo più stato e meno mercato, più spesa pubblica, riappropriazione dei beni che appartengono alla collettività e non possono essere oggetto di mercificazione e dare profitti.
In caso di non elezione, continuerà il suo impegno politico qui a Parma? E se sì, in che modo?
Certo, in ogni caso continuerò a seguire la politica con passione e determinazione, come ho sempre fatto. Il lavoro poltico vero è quello che si compie sui territori. E’ qui che si gioca la partecipazione democratica ed il controllo pubblico sulle decisioni. Riprenderemo con maggiore impulso il lavoro della Commissione Audit di Parma sul debito pubblico, di cui faccio parte.