Il sovraintendete Fontana, nell’intervista di oggi alla Gazzetta, rende noto di essersi dimesso perché non condivide il progetto dell’amministrazione. Viene subito da chiedersi: qual è il progetto cui fa riferimento? Esiste quindi un progetto da parte dell’amministrazione?
Lo stesso Sovraintendente chiarisce di non condividere la linea dell’assessore Ferraris di considerare il Teatro Regio alla stregua di un teatro municipale. Come dargli torto: la gestione municipale del Teatro è superata da anni, e suona come una retromarcia che porterebbe l’assessore ad interferire con la programmazione del Teatro stesso. Sospettiamo che la Ferraris più che fare l’assessore voglia dirigere gli istituti culturali della città, del resto siede nel CdA della Fondazione Regio e alle altre fondazioni teatrali ha assicurato il rinnovo delle convenzioni purché accettassero la ridefinizione dei posti nel CdA.
Sta di fatto che il progetto non è chiaro né noto a nessuno. Nessuno dibattito pubblico, nessun coinvolgimento della città sulla questione, nessuna discussione in Consiglio comunale o in commissione cultura. Con buona pace della partecipazione, della trasparenza e delle giornate della democrazia.
Il Sindaco, dopo aver negato martedì in Consiglio che esistessero problemi con l’amministratore unico, ha addirittura detto che ciò che si svolge nel CdA della Fondazione non riguarda il Consiglio Comunale.
Per fortuna c’è la legge nazionale sulla trasparenza a sopperire alla mancanza di trasparenza e partecipazione dei grillini.
Dagli atti della Fondazione apprendiamo che l’assessore Ferraris ha ideato “un piano volto alla creazione di un vero e proprio sistema musicale cittadino” che consiste nella creazione di un consorzio con la Fondazione Toscanini.
In pratica: l’auditorium Paganini, si dice per molti anni a venire, verrà gestito dalla Fondazione Toscanini e così il centro congressi che “diverrà sede produttiva della (stessa) Fondazione Toscanini” che si ricorda è un ente regionale.
Si tratta di una modifica strutturale nell’assetto dei contenitori culturali e della fuoriuscita di beni di cui il Comune era titolare, a vantaggio di enti regionali.
Se questo è il progetto ci sembra ben più simile ad un disegno politico “eterodiretto”, che non è possibile dire se sia nell’interesse della città, non conoscendo per volontà del Sindaco alcunché in merito.
Ma la cultura è un diritto di tutti e la città deve essere messa a conoscenza di quanto accade alla sua istituzione più prestigiosa che non può essere messa a repentaglio da manovre improvvisate che nemmeno il Sovraintendente, ancora ieri lodato dai 5 stelle in Consiglio comunale, ha dimostrato di condividere.
Lorenzo Lavagetto, Nicola Dall’Olio, Simona Tosini Pizzetti