di GIORGIA FIENI – Ancora, nel 2018, si parla di frode. Anziché diminuire, i casi aumentano. Tutti a scopo di lucro, ma alcuni comportano anche un rischio di salute personale.
Si adulterano gli alimenti per aumentarne la produzione e la vendita. Coltiviamo solo 150 delle 30mila specie di piante commestibili al mondo, gli allevamenti sono sempre più intensivi e ci nutriamo di più pane, vino, cioccolato, birra e caffè di quelli disponibili sul mercato. Nasce quindi nella mente di alcuni coltivatori, allevatori e trasformatori l’idea di aumentare i propri redditi spingendo la produzione delle materie prime al massimo: mangimi industriali, fertilizzanti chimici, agenti lievitanti, coloranti…non c’è limite nella loro fantasia. Col risultato che tutti i cibi appaiono più grandi, più belli, più appetitosi, ma che, una volta ingeriti, possono anche causare malesseri. Nel caso più semplice. Perché una scarsa attenzione verso la produzione crea il diffondersi di contaminazioni batteriche con conseguenze molto più gravi. E poi ci sono i casi su cui ancora si discute, come la creazione di carne sintetica o di un uovo completamente vegetale… attualmente sono al vaglio delle commissioni d’inchiesta, ma i costi di produzione si stanno rivelando decisamente troppo alti rispetto all’impiego e alla distribuzione.
Un altro argomento in cima alle conversazioni di carattere alimentare è lo stress. Inteso con due significati. Il primo è quello dei cibi che lo riducono: bacche, fiori, semi, alimenti di origine vegetale che, accompagnati ad una regolare attività fisica, ci permettono di vivere più tranquilli ed affrontare i problemi quotidiani con maggiore calma e meno ansia. Il secondo è quello legato alla cucina senza stress: al preparare cibi per il piacere di cucinarli. Dopo Gualtiero Marchesi e Sebastien Bras sono sempre di più gli chef stellati che restituiscono i propri riconoscimenti perché sentono su di sé troppa pressione, perciò preferiscono aprire locali più piccoli (osterie anziché ristoranti, per esempio), allontanarsi dallo schermo televisivo e prestare più attenzione al singolo cliente.
La soluzione per chi soffre di frode o di stress è dunque la stessa: ritornare alle proprie origini. Scoprire quegli alimenti e quelle pratiche culinarie che ci riconnettono con ciò che siamo. Allontanare ciò che è tossico e non rinunciare alla qualità. Inseguire il buono… sempre.

Lascia una Replica

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *