E’ stata inaugurata a Palazzo Pigorini la mostra “AZ – Arturo Zavattini Fotografo. Viaggi e cinema, 1950-1960”, curata da Francesco Faeta e Giacomo Daniele Fragapane, organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Parma e prodotta da Solares Fondazione delle Arti in collaborazione con l’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia.

 

Alla presentazione sono intervenuti l’assessore alla Cultura del Comune di Parma Michele Guerra, Giacomo Daniele Fragapane, curatore della mostra insieme a Francesco Faeta, e Arturo Zavattini, autore delle fotografie.

 

“E’ emozionante – ha esordito l’assessore alla Cultura Michele Guerra –  inaugurare questa mostra grazie alla quale Zavattini torna a Parma, alla quale appartiene attraverso le radici del padre. Entrambi, in diverse forme artistiche, esprimono la medesima forza interpretativa e profondità di sguardo sul mondo. L’enorme capacità e complessità narrativa delle immagini di Arturo Zavattini si riflettono nei suoi tanti paesaggi uniti da una forte vena autoriale priva di qualunque posa”.

 

“La capacità straordinaria di queste immagini – ha sottolineato il curatore  Giacomo Daniele Fragapane – è quella di produrre storie: al di là dello stile è la qualità umana che ne traspare l’aspetto più importante, la capacità di cogliere il mondo e di mostrarcelo”.

 

La mostra è accompagnata da un catalogo con testi critici dei curatori e di altri studiosi, edito da MUP.

 

La mostra

 

La mostra prevede l’esposizione di un consistente corpus di fotografie che illustrano l’intensa attività di Arturo Zavattini tra il 1950 e il 1960, decennio cruciale della storia del Novecento.

 

Allestita su entrambi i piani di Palazzo Pigorini è articolata in cinque sezioni e si compone di oltre 180 fotografie in bianco e nero: immagini dell’Italia in pieno cambiamento sociale, dalla Lucania rurale ai bassi di Napoli, della Thailandia e di Cuba, e di storici set cinematografici.

 

Viaggio in Lucania un nucleo omogeneo costituito da immagini realizzate a Tricarico nel giugno del 1952 durante la prima spedizione in Lucania del grande etnologo Ernesto De Martino. Il giovane Zavattini realizzò uno straordinario racconto fotografico della vita quotidiana e delle tradizioni contadine.

 

 

 

 

 

 

 

 

Viaggi in Italia è un ideale itinerario dal Nord al Sud, immagini realizzate a Roma, a Napoli e in altre città e contrade italiane che documentano la vita sociale in strada, e in particolare la condizione dei bambini del popolo; ne scaturisce un ritratto complessivo del Paese, di rilevante pregnanza culturale e visiva.

 

Viaggio in Thailandia comprende le immagini riprese da Zavattini durante il suo reportage nel 1956 a Bangkok, nella provincia di Phetchaburi e nel nord della Thailandia, nei ritagli di tempo lasciati dalle riprese del film La diga sul Pacifico di René Clément, tratto dal romanzo di Marguerite Duras. Le fotografie documentano aspetti contrastanti della vita del Paese con ampi riferimenti alla commistione tra tradizione e mutamento e tra cultura thai e culture cinesi, e alla dimensione rurale delle campagne e dei villaggi.

 

Viaggio a Cuba mostra le immagini realizzate nel 1960 nell’isola, poco dopo la rivoluzione castrista, a margine delle riprese del film Historias de la revolución di Tomás Gutierréz Alea, alle quali Zavattini collaborò in veste di operatore nell’ambito di un progetto italiano di sostegno alla nascente cinematografia cubana.

 

Sono realizzate soprattutto a La Habana e sul set del film, posto in una località impervia della Sierra Maestra ed includono un incontro casuale con Ernesto “Che” Guevara.

 

Backstage raccoglie le immagini scattate in tempi diversi in alcuni dei set cui Zavattini partecipò, tra cui anche quello di Paul Strand in Emilia, a Luzzara, per la realizzazione dell’inchiesta che trovò esito editoriale nel libro “Un paese”, e quello di Federico Fellini per “La dolce vita”.

 

Molte di queste fotografie raffigurano personaggi quali Strand e Fellini, Vittorio De Sica, Cesare Zavattini, Marcello Mastroianni, Sofia Loren, colti per lo più nei momenti di pausa durante le riprese cinematografiche.

 

La mostra, ad ingresso libero, resterà aperta al pubblico fino al 3 giugno 2018, da mercoledì a domenica (e festività) dalle 10:30 alle 19:30.

 

 

 

Arturo Zavattini, figlio dello scrittore, pittore, regista e organizzatore di cultura Cesare, è stato, oltre che fotografo, direttore di fotografia per molti anni, lavorando con importanti registi italiani e stranieri.

 

Attualmente si occupa della gestione dell’Archivio Cesare Zavattini, e delle iniziative a sostegno della sua memoria. Sue recenti mostre di fotografia hanno avuto luogo a Tricarico, Roma, Cesenatico, Corigliano d’Otranto, Matera.

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