Alta tensione in Medio Oriente, con scontri fra manifestanti ed esercito israeliano a Gaza e in Cisgiordania, nel giorno in cui si è inaugurata l’ambasciata americana a Gerusalemme e si sono celebrati i 70 anni della nascita dello stato d’Israele.
Gruppi di dimostranti palestinesi hanno abbandonato la zona di confine con Israele e sono rientrati nelle città di Gaza con autobus messi a loro disposizione da Hamas. Lo riferiscono fonti locali secondo cui dirigenti di Hamas parleranno in serata alla popolazione.
E’ salito a 59 il numero dei manifestanti palestinesi uccisi durante i violenti scontri con l’esercito israeliano lungo la barriera difensiva tra Gaza e lo stato ebraico. Lo dice il ministero della Sanità della Striscia riferito dai media palestinesi. Le stesse fonti aggiungono, ma senza precisare il luogo, che è morta anche una neonata a causa delle inalazioni dei gas lacrimogeni. I feriti sono circa 2.800.
“A Gerusalemme non è stata aperta un’ambasciata ma un avamposto americano“. Lo ha detto, citato dalla Wafa, il presidente palestinese Abu Mazen che ha parlato di schiaffo da parte degli Usa ribadendo che “l’America non è più un mediatore in Medio Oriente”. Abu Mazen ha poi annunciato lo “sciopero generale dei Territori Palestinesi” e tre giorni di lutto per gli uccisi a Gaza.
“Continueremo ad agire fermamente per proteggere la nostra sovranità e i nostri cittadini”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyhau, sui fatti di Gaza. “Ogni paese deve proteggere i suoi confini – ha proseguito -. Hamas, organizzazione terroristica, sostiene che intende distruggere Israele e invia migliaia di persone a violare la barriera difensiva per realizzare questo obiettivo”.
La Turchia ha richiamato per consultazioni i suoi ambasciatori in Usa e Israele. Ankara ha inoltre decretato 3 giorni di lutto nazionale. “Israele è uno Stato terrorista” che “sta compiendo un genocidio”, ha detto il presidente turco Erdogan.
Nel primo pomeriggio si è svolta a Gerusalemme la cerimonia di apertura della nuova ambasciata Usa. Al suo arrivo il premier Benyamin Netanyahu è stata accolto dagli applausi. In prima fila Ivanka Trump, Jared Kushner, l’ambasciatore Usa David Friedman e il vice segretario di Stato Usa John Sullivan insieme al segretario al Tesoro David Mnuchin. Presente anche il presidente di Israele Reuven Rivlin. Suonato l’inno nazionale Usa.
“La capitale di Israele è Gerusalemme. Israele, come ogni stato sovrano, ha il diritto di determinare la sua capitale”: lo ha detto Donald Trump nel video messaggio inviato per la cerimonia di apertura dell’ambasciata Usa a Gerusalemme.
“La nostra speranza è per la pace e gli Stati Uniti restano impegnati per un accordo di pace”, ha sottolineato Trump nel messaggio. Il capo della Casa Bianca subito dopo ha twittato di nuovo: “Un grande giorno per Israele. Congratulazioni!”.
L’ambasciatore americano Friedman – primo del suo paese nella nuova collocazione – ha ringraziato tutti i presenti prima di congedare gli ospiti.
“Non abbiamo migliori amici al mondo che gli Usa”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu alla cerimonia di apertura dell’ambasciata Usa a Gerusalemme. “Grazie per aver avuto il coraggio di mantenere la promessa”, ha aggiunto rivolgendosi alla delegazione Usa e al presidente Trump. “Ricordate questo momento, questa è storia. Il Paese più potente del mondo oggi ha aperto a Gerusalemme la sua ambasciata. Eravamo a Gerusalemme e – ha proseguito tra gli applausi – siamo qui per restarci”.
Esplode la rabbia dei palestinesi. Tensioni e violenze si registrano anche in Cisgiordania. A Gaza Hamas ha diffuso volantini con le mappe dei villaggi israeliani di confine con l’obiettivo, denuncia Israele che parla di “operazione terroristica”, di aprire brecce nei recinti e infiltrare i dimostranti in territorio ebraico. L’esercito già ieri aveva inviato rinforzi in vista delle proteste e oggi ha risposto aprendo il fuoco al lancio di pietre, molotov e al tentativo di sfondare la barriera difensiva.
Donald Trump, che ha definito su Twitter quello di oggi come “un grande giorno per Israele”, potrebbe intervenire in collegamento. Mentre il capo di al Qaeda Ayman al Zawahiri, in un messaggio video intitolato ‘Anche Tel Aviv è terra di musulmani‘, ha invocato il jihad contro gli Stati Uniti e Israele e invitato i musulmani a prendere le armi.
L’Egitto, attraverso il suo ministero degli Esteri, “ha espresso la propria forte condanna degli attacchi compiuti dalle forze di occupazione israeliane contro civili palestinesi disarmati causando finora 37 martiri e più di 1.600 feriti”. Lo riferisce un comunicato del dicastero. Il Cairo inoltre esprime il proprio “rifiuto categorico dell’uso della forza contro manifestanti pacifici alla ricerca di diritti giusti e legittimi e mette in guardia dalle ripercussioni negative di questa pericolosa escalation”. Il comunicato esprime poi “l’appoggio totale dell’Egitto ai diritti legittimi del popolo palestinese, in cima ai quali c’è la creazione di uno Stato indipendente con Gerusalemme est come capitale”.