Uno dei compiti principali dell’adolescente è la costruzione della propria identità, la risposta alla domanda “chi sono io?” e in cui il punto di partenza è costituito dal modello offerto dai genitori, in particolare dal genitore dello stesso sesso (per un processo definito “identificazione”); accade spesso che l’identità si costituisca per opposizione al mondo adulto, rispetto a cui l’adolescente sembra porsi contro. Di nuovo risulta evidente come una difficoltà nel rapporto con i genitori o una relazione disfunzionale con loro può avere conseguenze sulla formazione dell’identità del ragazzo, che può far fatica nel trovare un’immagine di sé positiva e coerente su cui investire.
Rispetto all’immagine di sé, lo sviluppo fisico della pubertà rappresenta spesso il primo segnale esterno di una trasformazione che sta accadendo anche interiormente al ragazzo, che inizia a vedere il proprio corpo cambiare e deve fare i conti con l’abbandono del corpo infantile per iniziare un percorso che lo porterà ad assumere un ruolo di genere maschile o femminile anche a livello sessuale; a questo proposito frequentemente le preoccupazioni dei genitori si focalizzano sugli aspetti sessuali, in particolare sulla modalità con cui il figlio o la figlia agiscono e sperimentano la sessualità. Accade spesso che i ragazzi arrivino a questo momento della loro vita con poche informazioni utili e pochi adulti con cui potersi confrontare, anche a causa di una diffusa difficoltà da parte dei genitori nell’affrontare tematiche sessuali: è importante che i ragazzi possano parlare con degli adulti che rappresentino per loro anche un riferimento affettivo importante, affinché comprendano che anche questi argomenti hanno “diritto di cittadinanza” in famiglia e non rappresentano un tabù, un lato di se stessi negativo e pericoloso, da nascondere perché non accettato dai genitori.
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