Il Superbonus ha aiutato il PIL; il Superbonus ha aumentato il prezzo delle abitazioni; il Superbonus ha portato nuovi posti di lavoro. Tante le affermazioni, gli studi, le teorie e le analisi sull’agevolazione fiscale in materia in riqualificazione energetica ed edilizia più discussa di sempre.

Introdotto con l’articolo 119 del decreto legge n.34/2020 (cd. decreto Rilancio) il Superbonus consisteva nella sua forma orginaria in una detrazione del 110% delle spese relative a specifici interventi di efficienza energetica e di misure antisismiche sugli edifici. Sappiamo bene che la disciplina è stata più volte modificata, comportando anche la rimodulazione dell’aliquota, con scadenze differenziate, in base al soggetto beneficiario.

Ad oggi il beneficio va ripartito in quattro quote annuali di pari importo, con le seguenti aliquote di agevolazione:

  • 90% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023

  • 70% per le spese sostenute nel 2024

  • al 65% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2025.

In base agli ultimi dati ENEA disponibili al 28 febbraio 2023, erano in corso 384.958 interventi edilizi incentivati, pari a circa 68,5 miliardi di investimenti ammessi a detrazione, che porteranno a detrazioni per 75,3 miliardi di euro.

In base alla tipologia degli edifici interessati, gli interventi sono così ripartiti:

  • 54.860 i lavori condominiali avviati (71,3 % già ultimati), pari al 47,9 % del totale degli investimenti;
  • 221.138 (82,1% già realizzati), i lavori negli edifici unifamiliari, che rappresentano il 36,8% del totale investimenti;
  • 108.954 nelle unità immobiliari funzionalmente indipendenti (86,5% realizzati), pari al che rappresentano il 15,4 % degli investimenti.

Tenendo conto che secondo i dati ISTAT il numero di edifici residenziali in Italia è di 12.187.698 e di questi 1,2 milioni sono condomini in cui vivono più di 14 milioni di persone, il Superbonus ha avuto un impatto su circa il 4,5% del totale dei condomini italiani e su poco più del 3% del totale degli edifici residenziali censiti in Italia.

L’investimento medio è così ripartito:

  • 597.798,09 € nei condomini;

  • 113.913,62 € negli edifici unifamiliari;

  • 96.706,22 € nelle unità immobiliari funzionalmente indipendenti.

Secondo i dati forniti dalla FIAIP sull’impatto dei lavori Superbonus e un eventuale apprezzamento degli immobili, è risultato che:

  • circa il 39,2% degli intervistati (agenti immobiliari professionali) ha evidenziato un aumento molto rilevante o rilevante dei prezzi delle case da ristrutturare;

  • per il 57,9% l’impatto è stato quasi irrilevante;

  • per il 2,9% vi è stata una diminuzione molto rilevante o rilevante del prezzo.

Nel caso di nuove costruzioni:

  • il 37,5% reputa che ci sia stato un aumento molto rilevante o rilevante del prezzo;

  • per il 60,8% non c’è stato alcun impatto sul prezzo;

  • per l’1,7% c’è stata una diminuzione rilevante o molto rilevante del prezzo degli immobili.

Facendo un’analisi territoriale, le regioni con più lavori avviati sono:

  • la Lombardia (60.795 edifici, per un totale di oltre 12,1 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione);

  • il Veneto (48.250 interventi e 6,6 miliardi di euro d’investimenti);

  • l’Emilia Romagna (32.992 interventi già avviati e 6 miliardi di euro di investimenti).

In riferimento all’utilizzo delle opzioni alternative alle detrazioni dirette, ovvero della cessione del credito o dello sconto in fattura, ai sensi dell’art. 121 del decreto Rilancio, nel dossier si ricorda il blocco operato dall’art. 2 del D.L. n. 11/2023, che non consente più dal 17 febbraio 2023 l’esercizio di tali opzioni per nuovi interventi.

Ricorda la Camera che il MEF ha giustificato tale intervento sulla base delle previsioni tendenziali di finanza pubblica incluse nella NADEF, per cui la stima del superbonus e degli altri bonus edilizi è stata aumentata a circa 110 miliardi di euro,con uno scostamento complessivo di 37,75 miliardi di euro rispetto alle previsioni iniziali sull’intero orizzonte temporale; in particolare, le previsioni nei tendenziali di bilancio relative al superbonus 110% si attestano a 61,2 miliardi e quelle del bonus facciate a 19 miliardi.
L’impatto del Superbonus sul PIL

In merito all’impatto economico del superbonus sul PIL nazionale, il documento richiama i diversi studi realizzati e che, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, come specificato nella memoria presentata al Senato, il 3 marzo 2023, sono complessi e fortemente influenzati dalle ipotesi di riferimento adottate.

Lo studio inoltre segnala che:

  • il 25% di coloro che hanno già usufruito della misura presenta un reddito familiare più elevato della media (oltre i 3.000 euro al mese);

  • il 23% dei casi è proprietario di una seconda casa;

  • 1,7 milioni gli italiani con reddito medio-basso hanno beneficiato delle agevolazioni.

Il profilo dei beneficiari è prevalentemente rappresentato da impiegati (nel 28% dei casi), residenti in comuni con un numero di abitanti compreso tra 40.000 e 100.000 abitanti (15%) e proprietario di un appartamento in condominio composto al massimo da 8 unità abitative (25% del totale). Nel 64% dei casi le famiglie hanno preferito rivolgersi direttamente a una impresa di costruzioni, contro il 9% di grandi player e l’8% di utilities, portando un beneficio prevalentemente a operatori di dimensione medio-piccola.

Il documento infine riporta alcune indicazioni sulla quantificazione economica delle frodi fiscali riscontrate nell’utilizzo dei vari bonus edilizi. Sul punto si ricorda l’audizione dell’Agenzia delle entrate in VI Commissione finanze della Camera dei deputati il 2 marzo 2023, durante la quale il Fisco ha segnalato che sono stati individuati complessivamente 9 miliardi di crediti irregolari di cui 3,6 miliardi sono stati oggetto di sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria.

(Fonte: Lavoripubblici.it)

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