L’obiettivo della neutralità climatica è sempre stato un traguardo da raggiungere entro il 2050. Lo scrivono gli attivisti di Ultima Generazione in occasione del lancio della nuova campagna di disobbedienza civile “Non Paghiamo il Fossile”. Dunque non siamo esattamente in scia a quel proposito.

Gli effetti dell’inazione politica e dell’accelerazione della crisi climatica – spiegano – sono evidenti già adesso: Comuni del Piemonte riforniti a gennaio con le autobotti, fiumi a secco e laghi in ritirata nel Nord Italia in pieno inverno, il Veneto che a marzo ha emanato l’ordinanza per carenza di disponibilità idrica, la difficoltà a seminare il riso in Pianura Padana, che sta scatenando una “contesa” per l’acqua tra i contadini. Questa situazione metterà il settore agricolo ancora più in crisi, con pesanti ricadute sulla tenuta di un settore strategico per il Paese e sulla quotidianità degli italiani. Il rincaro dei prezzi dei prodotti e della spesa finirà direttamente sulla tavola delle famiglie e porterà un aumento della povertà sociale.

Secondo gli ambientalisti per contrastare gli effetti già drammatici della catastrofe climatica non basta un Commissario alla siccità e la solita cabina di regia interministeriale. Serve un intervento strutturale sulle cause: bisogna dirottare subito i 41,8 miliardi di euro (dato 2021) di soldi pubblici degli investimenti fossili, per mettere il sistema-Paese nelle condizioni di contrastare la siccità e il dissesto idrogeologico. Per questo Ultima Generazione chiede che i sovvenzionamenti pubblici ai combustibili fossili vengano immediatamente cessati.

(Fonte: Askanews.it)

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