Tornano ad aumentare i prezzi dei vegetali freschi, che lo scorso mese hanno segnato un +9,4% sotto la spinta del mix cambiamento climatico da un lato e costi di produzione dall’altro. A spiegarlo è un’elaborazione Coldiretti sulla base dei dati Istat sull’inflazione a marzo – che è scesa al 7,7%. Le difficoltà si estendono dalle tavole dei consumatori alle campagne dove, secondo Coldiretti, oltre un terzo delle aziende agricole (34%) si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo, mentre il 13% versa in una situazione a tal punto critica da valutare la cessazione dell’attività a causa dei forti aumenti dei costi di produzione (dati Crea).
Allargando lo sguardo, si registra una accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati (+9,3%) e un lieve rallentamento a quelli degli alimentati lavorati (+15,3%) sui quali continuano a pesare i costi di trasformazione e confezionamento, dal vetro alle etichette fino ai tappi.
Lo scenario generale vede il settore alimentare italiano segnare un +16,7% del fatturato rispetto allo scorso anno, tra aumento dei prezzi legato all’inflazione e, in parte, crescita della domanda dall’estero di food and beverage: la punta massima è stata raggiunta dal +18% di gennaio, risultato trainato anche dalle performance dai prodotti simbolo della dieta mediterranea come vino, pasta e ortofrutta fresca, gli articoli italiani più venduti nel mondo.
I dati Istat mostrano come lo scorso gennaio il fatturato dell’industria abbia registrato un calo dell’1,1% in termini congiunturali e un aumento dell’8,6% in termini tendenziali. Il re dell’export tricolore si conferma il vino, al secondo posto la pasta e gli altri derivati dai cereali e al terzo ci sono frutta e verdura fresche. Bene anche l’olio extravergine di oliva, oltre a formaggi e salumi. Il made in Italy lo scorso anno ha sviluppato un valore di 580 miliardi di euro nella filiera alimentare allargata, nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla crisi scatenata dalla guerra in Ucraina. Un settore che, dal campo alla tavola, vede impegnati 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.
(Fonte: Repubblica.it)