L’immensa folla di popolo che ha accompagnato Silvio Berlusconi in Piazza Duomo per l’ultimo saluto forse da sola è capace di suggerire e di porre in luce quanto decine di editoriali non saranno capaci di fare. Per quelle persone, Berlusconi era Silvio, un nome proprio che attiene all’intimità dei più cari, di quelle persone che a diverso titolo nel corso della storia si sono immedesimati, ne hanno accompagnato l’ascesa e le più pericolose cadute. In ogni caso era sempre Silvio. Antichi i tempi in cui i politici si chiamavano per cognome, anche tra di loro, perché andava ben distinto il pubblico con il privato. Berlusconi ha frantumato la barriera, forse è andato oltre, ma si è fatto popolo, è stato il primo populista e forse anche colui che ne ha chiuso il ciclo appoggiando il governo Draghi.

Tentare oggi un giudizio sull’eredità politica del presidente Silvio Berlusconi è un’impresa ardua, perché l’uomo è stato, allo stesso tempo, tante cose diverse. Eppure, l’operazione si rende necessaria. Dopo i giorni del cordoglio, dell’emozione, del giusto tributo assegnatogli da quasi tutti i leader politici, alleati e avversari, la domanda si fa pressante. Cosa rimarrà dell’esperienza politica del Cavaliere? Si può rispondere superficialmente, senza andare al fondo delle cose, e reagire dicendo: Forza Italia. Oppure il centrodestra unito. La complessità che egli stesso ha testimoniato ci chiede però di andare oltre.

Silvio Berlusconi ha introdotto elementi di novità nel nostro sistema Paese che sono oramai consolidati e divenuti prassi comune. Non ha prodotto riforme istituzionali, ma, di fatto, le ha inserite nell’ordinamento attraverso una prassi che poi tutti hanno condiviso, anche chi gli è stato da sempre avversario. Berlusconi ha introdotto, senza modificare la Costituzione, il bipolarismo nel nostro Paese, è stato colui che ha personalizzato, prima di ogni altro, la figura del premier, del presidente del Consiglio “eletto dal popolo” inventandolo di sana pianta. Un ossimoro costituzionale, che ha introdotto la Costituzione materiale non solo nei discorsi accademici, ma nel sentimento popolare. Con Berlusconi il leaderismo è stato sdoganato sino a sintetizzarlo in un presidenzialismo di fatto.

(Fonte: Tempi.it)

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