Francesco torna dal Canada. Al momento esclude di volersi ‘ritirare’ ma spiega di non star bene con il ginocchio. Conferma però di voler ancora andare in Ucraina, Kazakhstan, Sudan e Congo
Papa Francesco è rientrato in Italia dal suo viaggio apostolico in Canada.
L’aereo del Pontefice, proveniente da Iqaluit, è atterrato all’aeroporto di Roma-Fiumicino.
“Se ho mai pensato a ritirarmi? La porta è aperta. E’ una delle opzioni normali. Ma fino ad oggi non ho bussato a quella porta. Non ho sentito di pensare a questa possibilità. Ma forse questo non vuol dire che dopodomani comincio a pensarci. Ma in questo momento sinceramente no”. “Anche questo viaggio è stato un po’ il test – sottolinea Francesco – è vero che non si può fare viaggi in questo stato. Devo forse cambiare un po’ lo stile, diminuire, pagare i debiti dei viaggi che ancora devo fare. Risistemare. Ma sarà il Signore a dirlo, la porta è aperta, questo è vero”. “Credo che devo limitarmi un po’ con questi sforzi – ha ribadito il Pontefice – l’intervento chirurgico al ginocchio non va. Nel mio caso i tecnici dicono di sì, ma c’è il problema dell’anestesia che ho subito 10 mesi fa, sei ore di anestesia e ancora ci sono le tracce. Non si gioca, non si scherza con l’anestesia, e per questo si pensa che non è del tutto conveniente”. “Ma io cercherò di continuare a fare dei viaggi ed essere vicino alla gente, perché credo che è un modo di servire. La vicinanza. Ma più di questo non mi viene di dire. Speriamo”. “Sì potrei ritirarmi – dice ancora il Pontefice rispondendo a un’altra domanda – è una vocazione: che il Signore dica. Il gesuita cerca di fare la volontà del Signore. Anche il Papa gesuita deve fare lo stesso. Quando il Signore parla, se il Signore ti dice vai avanti, tu vai avanti, se il Signore ti dice vai all’angolo, te ne vai all’angolo. Ma è il Signore che comanda. Quindi quello che il Signore dica. Il Signore può dire dimettiti. E’ il Signore che comanda”. Ma sui possibili viaggi che potrebbe ancora fare spiega: “Io ho detto che in Ucraina vorrei andarci, vediamo adesso cosa trovo quando arrivo a casa. In Kazakhstan per il momento mi piacerebbe andare. E’ un viaggio tranquillo, senza tanto movimento. Per il momento tutto rimane. Anche devo andare in Sud Sudan, prima che nel Congo, perché è un viaggio con l’arcivescovo di Canterbury e il vescovo della Chiesa di Scozia, tutti e tre insieme, tutti e tre abbiamo fatto il ritiro due anni fa. Poi il Congo, sarà l’anno prossimo, perché la stagione delle piogge, speriamo. Io ho tutta la buona volontà, ma vediamo la gamba cosa dice”.
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