Ong: ’70mila uomini russi in fuga dalla mobilitazione’

 

A handout photo made available by the Patriarch of Moscow and All Russia press service shows Patriarch of Moscow and All Russia Kirill (R) visits Russian soldiers wounded during fights in Ukraine at the National Medical Research Center for High Medical Technologies of the Central Military Clinical Hospital of the Ministry of Defence of Russia named after A.A. Vishnevsky in Krasnogorsk, Moscow region, Russia, 21 June 2022. ANSA/IGOR PALKIN / PATRIARCH OF MOSCOW AND ALL RUSSIA / HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

 

“Vai coraggiosamente a compiere il tuo dovere militare. E ricorda che se muori per il tuo Paese, sarai con Dio nel suo regno, gloria e vita eterna”: il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill esorta così gli uomini della Federazione alla mobilitazione lanciata dal presidente Vladimir Putin, invitando i fedeli a “non avere paura della morte”.

Lo riporta in un tweet il media indipendente bielorusso Nexta.

Il Cremlino intanto ha ammesso per bocca del suo portavoce, Dmitry Peskov, che tra la popolazione russa c’è stata “una reazione isterica” alla dichiarazione della mobilitazione parziale del presidente Vladimir Putin, che ha dato origine a una ridda di voci su quanti e quali cittadini potranno essere richiamati alle armi. Secondo Peskov, “si poteva in qualche modo capire la reazione isterica ed estremamente emotiva delle prime ore dopo l’annuncio, o anche nella prima giornata, perché vi era
una certa mancanza di informazione, ma già dalla giornata di ieri sono state attivate tutte le linee di informazione” necessarie. Lo riferisce la Tass.

L’organizzazione non governativa Guide to the Free World che aiuta i russi che si oppongono alla guerra a lasciare il Paese, stima che sarebbero circa 70mila gli uomini
fuggiti dalla Russia o che stanno escogitando un piano di fuga.

 

Patriarch Kirill of Moscow and All Russia attends the Orthodox Easter holiday service at the Christ the Saviour Cathedral in Moscow, Russia, Russia, 23 April 2022. ANSA/ALEXANDER ZEMLIANICHENKO / POOL

 

E’ la quinta volta in un mese e mezzo che Navalny viene mandato in cella di punizione. Secondo l’edizione in lingua russa della Deutsche Welle, dal 12 agosto al 22 settembre l’oppositore ha trascorso ben 35 giorni in cella di punizione. Questi continui provvedimenti nei suoi confronti sono ovviamente ritenuti un sopruso delle autorità e Navalny li sta contestando in tribunale. Navalny ha affermato di essere stato mandato in una cella di isolamento per tre giorni ad agosto soltanto perché “il bottone superiore del suo abito” era “sbottonato”. “Non piace quello che ho detto sulla mobilitazione: prendi 12 giorni, Navalny”, ha dichiarato oggi il dissidente in collegamento video col tribunale stando a quanto riporta Mediazona. “Se ho il diritto di oppormi a questa mobilitazione criminale, a causa della quale decine di migliaia di persone moriranno senza motivo, starò 12 giorni” in cella di punizione “o quanto ancora servirà. E non mi chiuderete la bocca con la vostra cella di punizione”, ha detto inoltre Navalny sempre secondo Mediazona.

 

 

 

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