“IL TUMORE ALL’OVAIO È AL DECIMO POSTO TRA LE NEOPLASIE FEMMINILI, FONDAMENTALI I CONTROLLI”
Il dott. Stefanetti: “Attraverso la visita del medico e l’ecografia transvaginale è possibile diagnosticare per tempo la neoplasia. Le donne che, invece, presentano una mutazione genetica BRCA1 o 2 hanno necessità di una sorveglianza attiva più serrata”
Il dott. Amadori: “Purtroppo non basta rispondere agli inviti degli ospedali, bisogna attivarsi personalmente. È emerso un interesse positivo per la salute, che ci fa ben sperare per future diagnosi tempestive”
06 ottobre 2022 – Si è svolta il 20 settembre la Giornata Mondiale dei Tumori Ginecologici: per celebrarla, l’associazione no profit Loto, da sempre attiva nella sensibilizzazione al carcinoma ovarico, ha lanciato gli Open Days, quattro giorni di visite gratuite in Emilia-Romagna dedicati alle donne. Le città in cui si è svolta l’iniziativa, Forlì e Rimini, ospitano due importanti strutture sedi della onlus. Il tumore all’ovaio colpisce più di 5mila donne ogni anno e circa l’80% delle diagnosi avviene in fase già avanzata a causa della scarsità degli accertamenti: da qui l’idea dell’associazione di invitare a svolgere visite regolari.
“Abbiamo effettuato sia controlli ginecologici che oncogenetici il 17 e 24 settembre – afferma Marco Stefanetti, chirurgo di Ginecologia Oncologica presso l’Ospedale Infermi di Rimini e referente Loto Onlus per la città –, fondamentali per valutare l’eventuale necessità di visite più ravvicinate. Per individuare precocemente il tumore dell’ovaio, se non si ha un rischio aumentato, è infatti importante un controllo annuale. Attraverso la visita del medico e l’ecografia transvaginale è possibile diagnosticare per tempo la neoplasia. Le donne che, invece, presentano una mutazione genetica BRCA1 o 2 hanno necessità di una sorveglianza attiva più serrata. Il tumore all’ovaio è al decimo posto tra le neoplasie femminili: in Emilia-Romagna abbiamo circa 400 casi all’anno e il rischio aumenta dai 45 anni d’età in su. È importantissimo intervenire sul tema della prevenzione, perché la disinformazione è molto diffusa. Abbiamo constatato che, spesso, le donne non sanno che azioni compiere per tenersi sotto controllo e questo le disorienta. Le pazienti che abbiamo visitato hanno gradito moltissimo l’iniziativa, l’adesione è stata totale, con posti esauriti in pochissimo tempo. La collaborazione con Loto ci dà possibilità di colmare un vuoto informativo su una patologia così difficile da affrontare sia dal punto di vista medico che umano, ci aiuta ad avere un quadro informativo aggiornato, con un indirizzo per le cure e i follow up.”
“Per il tumore dell’ovaio, come per vulva, vagina, tuba ed endometrio non esiste uno screening specifico, perché non disponiamo di esami a basso costo con elevata specificità e i dati epidemiologici non sono impattanti come per altre neoplasie – spiega Andrea Amadori, dirigente con alta specializzazione in Oncologia Ginecologica all’ospedale Morgagni Pierantoni di Forlì e referente Loto sul territorio –. Per questo l’iniziativa dell’associazione è stata importante: molte pazienti avevano voglia di capire quali sono gli step da compiere per fare prevenzione secondaria. Abbiamo spiegato loro che è importante sottoporsi agli screening ma anche mettere in agenda i controlli per le neoplasie che non rientrano in questi programmi. Purtroppo, non basta rispondere agli inviti degli ospedali, bisogna attivarsi personalmente. È emerso un interesse positivo per la salute, che ci fa ben sperare per future diagnosi tempestive. Siamo molto orgogliosi della partnership che abbiamo con Loto: l’associazione ci indica come centro di riferimento sul territorio e noi abbiamo aderito più che volentieri a questa iniziativa. Abbiamo aperto le porte dell’ospedale di Forlì anche a chi aveva una semplice curiosità o desiderava un primo approccio con la struttura, un’azione importante per avvicinare le donne.”