Era il lontano 1972 quando conobbi Emilia Bocchi: allora teneva la contabilità per una società di cui ero socio. La nostra conoscenza, che poi si trasformò in amicizia, è durata fino alla sua morte. Amedeo Bocchi, scomparso nel 1976, lasciò ai suoi eredi tutto il suo patrimonio, che consisteva principalmente in tantissimi quadri, disegni e sculture, lasciando detto e scritto – qualora un ente di prim’ordine gli avesse dedicato un museo che portasse esclusivamente il suo nome (clausola fondamentale) – di donare tutte le sue opere in modo che tutti potessero conoscere ed ammirare nel tempo la sua arte.

Negli anni l’incarico di trovare una possibile collocazione fu dato da Emilia Bocchi e Rina Cabassi a svariate persone e fu interpellata dalle stesse anche la Cassa di Risparmio Parma (all’epoca già in possesso di diverse opere di Bocchi ed anche di una sala affrescata) che sì voleva la donazione, ma senza dedicare un museo intestato ad Amedeo Bocchi, bensì una semplice sala espositiva. Non se ne fece nulla. Poi vi furono altri tentativi, anche da parte di personaggi famosi: si parlò anche di Sgarbi… ma non andarono mai a buon fine. Fino al mio personale interessamento.

Quando Emilia Bocchi e sua Mamma Rina Cabassi mi diedero l’incarico, non fu facile individuare l’ente che potesse realizzare un museo intitolato ad Amedeo Bocchi. L’idea prese forma in un incontro avuto con l’allora presidente della Banca del Monte, dottor Franco Gorreri, che si dimostrò subito disponibile ad approfondire la proposta con il presidente della fondazione Monte Parma, l’avvocato Walter Gaibazzi. Fu dato l’incarico al dottor Vittorio Vaccaro, alto funzionario di Banca Monte, di occuparsi della faccenda; fu fissata una visita presso la casa delle eredi, dove oltre al sottoscritto vi partecipò Vittorio Vaccaro e il presidente Franco Gorreri; l’obiettivo era quello di cominciare a valutare la possibilità di una futura nascita di un museo intestato ad Amedeo Bocchi.

Nelle settimane che seguirono furono buttate le basi per l’allestimento di una mostra per il ventennale dalla scomparsa del pittore, intitolata “Amedeo Bocchi vent’anni dopo”, che fu un vero successo. In quella occasione furono autorizzate e realizzate due opere a tiratura limitata, un bellissimo Elefante in bronzo (otto pezzi e tre prove di stampa) ed una stupenda serigrafia di Bianca in Grigio (novantanove esemplari e varie prove di stampa tutte autenticate di pugno dall’erede). Da quel momento la fondazione Monte Parma e le eredi di Amedeo Bocchi (le signore Rina Cabassi ed Emilia Bocchi), cominciarono un lungo dialogo che sfociò con la sottoscrizione di un accordo che diede vita alla nascita del museo Amedeo Bocchi.

Oggi il museo, per l’esattezza non più museo ma sala, è stato trasferito in via Farini in un bellissimo palazzo, ex sede della banca d’Italia. Fu in quell’occasione che le eredi di Bocchi mi diedero varie esclusive ed autorizzazioni, fra le quali la possibilità di realizzare un volume complessivo, che, finché in vita, è stato seguito personalmente da Emilia Bocchi in tutte le sue catalogazioni, oltre che dal sottoscritto.

Oggi si tratta di un libro di 483 pagine in tiratura limitata di soli 100 esemplari, numerati e firmati dall’editore. Dopo più di vent’anni di ricerca e di raccolta della quasi totalità delle Sue opere, ha visto finalmente la luce, in un’edizione speciale, “l’Opera Omnia”, come omaggio al celebre pittore parmigiano. Per tutti gli appassionati è una ghiotta occasione da non lasciarsi assolutamente sfuggire. Il libro si può ordinare direttamente all’editore via mail (info@marcellovalentino.it) o telefonicamente al numero 335 6190400. Prezzo cad. Euro 300.00 iva compresa. La consegna è gratuita.

Marcello Valentino

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