Sembra lontano il tempo in cui agli italiani piaceva pagare solo in contanti, tra gli europei erano i più diffidenti verso le carte di credito e i servizi finanziari online, solo una rivoluzione sembrava essere in grado di sovvertire tali abitudini. E la rivoluzione c’è stata, l’avvento del Covid e le restrizioni che ha generato, ha anticipato di una decina d’anni l’evoluzione attesa, così almeno è quanto emerge dal Cashless Report 2023, indagine realizzata da Ipsos per Adyen, piattaforma tecnologica finanziaria che in Italia supporta nella gestione dei pagamenti. Nel corso del 2022, infatti, il 95% della popolazione ha utilizzato una o più volte un metodo di pagamento cashless per i propri acquisti. Le carte (di credito o di debito) sono state utilizzate dal 94% della popolazione ma a sorprendere è il dato dei pagamenti smart, il cui utilizzo è cresciuto del 32%, arrivando a coprire quasi metà della popolazione (45%); che siano e-wallet o QR code la previsione per il 2023 fa salire queste forme di pagamento digitali ancora a doppia cifra (+11%).

La ricerca analizza anche il numero di transazioni, simili a quelle del 2021, nel 2022, sono state il 63% sul totale, il 50% con carta e il 13% tramite smart payments, nel 2023 si prevede un aumento di quelli via app, che passerebbero dal 13 al 16%. Il perché di questo successo? Comodità per il 55% degli intervistati, seguono velocità (51%) e sicurezza (29%). Come spesso succede per le tecnologie smart i primi ad adottarle sono i più giovani ma via via si stanno affermando anche nelle fasce d’età più adulte. La richiesta di sistemi ancora più avanzati si fa sentire, infatti, dalla ricerca emerge che il 62% degli intervistati si dichiara disponibile ad utilizzare pagamenti biometrici o tramite criptovalute. Pagare con l’impronta piace ai più (36%), ma apprezzate, seppur in maniera minore, anche la scansione facciale (16%) o quella della retina (13%), insomma sono parecchi gli italiani pronti ad una rapida evoluzione dei sistemi di pagamento.

L’e-commerce ha e ha avuto un grande ruolo nella diffusione dei pagamenti digitali, e se il 98% degli italiani ha comprato nel 2022 su un sito, di questi, l’80% lo ha fatto almeno una volta al mese e solo il 18% acquista più sporadicamente. Anche gli scontrini medi hanno una loro rilevanza, con una media tra i 20 e i 100 euro al mese. Sul rischio di queste transazioni, dati rubati, carte di credito hackerate, l’85% si ritiene tranquillo anche se qualche perplessità c’è: furto dei dati bancari o personali per il 63% degli intervistati, protezione della Privacy – condivisione delle informazioni personali sul sito – per il 43% e, il potenziale pericolo di truffa – acquisto da un sito non affidabile – preoccupa il 41% degli intervistati. Sugli strumenti di pagamento si conferma il dato generale, anche se con una leggera propensione in più per gli strumenti smart: il 62% paga con carta mentre il 28% con strumenti smart.

Acquistare online o in negozio? Per l’83% tra i vantaggi degli acquisti online primeggia la libertà di scelta, sia per i tempi sia per i prodotti. Sconti e prezzi vantaggiosi sono le motivazioni degli acquisti via web per il 54%. Socialità e sostegno ai negozi fisici, cui è riconosciuto lo sforzo compiuto durante la pandemia, invece sono i motivi per cui lo shopping in negozio è preferito. Dato interessante è quello dell’ibridazione dello shopping tra fisico e virtuale, che vale per il 67% degli intervistati. In particolare, il 47% ha potuto acquistare online un prodotto che non era presente nel punto di vendita. Il 33% ha utilizzato il sito per avere maggiori informazioni e fare un acquisto più informato mentre il 24% ha sperimentato il click and collect, quindi, acquisto online e ritiro presso il punto di vendita.

(Fonte: Repubblica.it)

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