La Cina detta ancora le regole economiche per il mondo: perché dal dragone stanno suonando 2 campanelli di allarme globali? Come leggere gli ultimi dati e le mosse di Pechino.

Nuovi segnali dalla Cina per tutta l’economia globale: ci sono almeno 2 allarmi che provengono dal dragone e avvertono di debolezze e possibili scosse al sistema mondiale.

A testimonianza che la potenza asiatica sia un perno imprescindibile per il commercio e l’approvvigionamento di materie prime, gli ultimi dati su import/export (con un netto calo) e le decisioni sulla limitazione della vendita all’estero di gallio e germanio si stanno traducendo in segnali di allerta per le altre potenze e per i Paesi in via si sviluppo.

A giugno le esportazioni cinesi sono diminuite di più in tre anni, registrando un calo del 12,4% su base annua peggiore del previsto, mentre aumentano i segnali di stress dall’economia globale in difficoltà.

Anche le importazioni sono scese più del previsto, -6,8%. Un sondaggio di economisti Reuters prevedeva che le esportazioni sarebbero diminuite del 9,5% e le importazioni del 4,0%.

Lo slancio nella ripresa post-pandemica della Cina è rallentato dopo una vivace ripresa nel primo trimestre, con gli analisti che ora abbassano le loro proiezioni per l’economia per il resto dell’anno mentre la produzione industriale arranca a fronte di una domanda globale persistentemente debole.

Lv Daliang, portavoce dell’Amministrazione generale delle dogane, ha spiegato la scarsa performance delle esportazioni sottolineando “una debole ripresa economica globale, il rallentamento del commercio e degli investimenti globali e l’aumento dell’unilateralismo, del protezionismo e della geopolitica”.

Sono questi i segnali che interessano le sorti economiche del mondo. Se la “fabbrica globale” frena, gli avvertimenti sono per tutti: i rischi di shock commerciali stanno aumentando.

Non solo, il fattore geopolitico si sta esacerbando e ancora una volta i dati della Cina chiariscono il concetto.

L’ufficio doganale ha sottolineato una crescente divergenza nel commercio cinese, poiché gli scambi con le economie del Sud-est asiatico e i suoi partner “Belt and Road” hanno superato il commercio con gli Stati Uniti e l’Unione Europea.

La Cina e l’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico sono in trattative per approfondire un partenariato per l’area di libero scambio e la piena attuazione del partenariato economico globale regionale, un blocco commerciale sostenuto dalla Cina che comprende Australia, Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda e 10 ASEAN stati membri, ha evidenziato giovedì il massimo diplomatico cinese Wang Yi durante una riunione dei ministri degli Esteri dell’ASEAN a Jakarta.

Le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti sono crollate del 24% a giugno a 42,7 miliardi di dollari rispetto a un anno fa, mentre le importazioni sono diminuite del 4% a quasi 14 miliardi di dollari, secondo i calcoli della CNBC sui dati ufficiali accessibili tramite Wind Information.

(Fonte: Money.it)

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