Il ranking mondiale dei Paesi dove è meno rischioso fare affari ci vede al 70esimo posto. Nell’Ue, solo la Grecia fa peggio. L’Italia non è un Paese per investitori internazionali. Prima di portare i capitali nella nostra economia, ci sono almeno altri 69 Stati nel mondo dove è meno rischioso portare i propri capitale per fare affari. Ci sono quasi tutti i Paesi Ue, con la sola esclusione della Grecia, oltre che le principali economie occidentali e asiatiche. Ma anche Messico, Perù e Colombia. Persino la Libia presenta un rischio di investimento più basso del nostro se si guardano a fattori come la burocrazia, la corruzione o il rischio default per via di conti pubblici non in ordine. È quanto emerge dalla “Country Risk Map” elaborata dalla Stern school of business della New York University.

La classifica è stata realizzata tenendo conto di quattro fattori: il rischio politico (tipo di regime, corruzione, livello di conflitto), rischio legale (tutela dei diritti di proprietà, diritti contrattuali), rischio economico (diversificazione dell’economia) e del rischio default. Quest’ultimo fattore potrebbe aver giocato un ruolo importante nel declassare l’Italia al 70esimo posto su 176 Paesi analizzati. Il rischio default riguarda la possibilità che uno Stato non sia più in grado di pagare gli interessi sul proprio debito pubblico, e non è un caso che nell’Ue a far peggio di noi sia proprio l’unico Paese europeo che ha un debito pubblico maggiore del nostro.

Secondo Giovanni Valtolina, investitore internazionale, ci sono però altri fattori che pesano sull’Italia: “Purtroppo all’estero siamo famosi per un sistema giuridico complesso e troppo ‘interpretabile’, un sistema giudiziario che rimane uno dei più lenti in Europa, nonché quello con una burocrazia e delle politiche economiche, nazionali e regionali, stravolte a ogni cambio di governo”.

Tornano alla classifica, l’Europa domina la parte alta, con 9 Paesi che presentano un rischio pari a zero. Tra questi, ci sono la Germania e l’Olanda. Rischio nullo anche per Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Singapore. Poi una lunga sfilza di Stati Ue, del Medio Oriente (gli Emirati Arabi allo 0,8% come la Francia, o il Qatar allo 0,9% come il Regno Unito), e asiatici (Corea, Taiwan, Giappone e Cina, tra lo 0,8% e l’1,1% di rischio). Per arrivare all’Italia, come dicevamo, bisogna scorrere (e di molto) la lista: prima di noi, si piazza quasi tutto il resto dell’Ue (Grecia esclusa), Paesi africani come la Libia e il Botsawana, ma anche Filippine, Messico, Perù e Colombia.

(Fonte: Europa.today.it)

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