Prima le fiamme che inghiottono l’Istituto Centrale di Ricerca delle Forze di Difesa Aerospaziali russe di Tver, poi gli incendi che hanno coinvolto l’impianto chimico Dmitrievsky, a Kineshima, e la città di Korolyov, dove si trovano molte imprese dell’industria spaziale e missilistica russe.

Impossibile, o quanto meno difficile, pensare che eventi del genere siano accidentali e da collegare, come nel caso di Tver, al malfunzionamento di cablaggi ormai datati. Anche perché le tensioni internazionali sono alle stelle, mentre le relazioni tra la Russia e il blocco occidentale ai minimi termini.

I media russi trattano questi episodi come semplici fatti di cronaca ma, considerando la guerra in Ucraina e l’alone di mistero che ha ormai inghiottito il Cremlino, la situazione insospettisce e non poco. Soprattutto se uniamo la vicenda degli incendi alle strane morti che hanno riguardato due piccoli oligarchi considerati, più o meno direttamente, vicini a Vladimir Putin. Che cosa sta succedendo in Russia? Incendi accidentali o sabotaggi anti Mosca?

All’improvviso l’Istituto Centrale di Ricerca delle Forze di Difesa Aerospaziale di Tver, a nord-ovest di Mosca, è stato avvolto da grandi lingue di fuoco. Il bilancio finale, inizialmente di sette morti e 25 feriti, è utile per pesare la gravità della situazione. Resa ancor più grave dal fatto che ad essere andato a fuoco non è stato un centro qualunque bensì una struttura strategica responsabile della progettazione e dello sviluppo di vari sistemi missilistici russi.

Le indagini per chiarire le cause del rogo sono ancora in corso, anche se si parla di un guasto che avrebbe coinvolto alcuni cavi obsoleti situati nel secondo piano dell’edificio. Potrebbe in effetti essersi trattato di un puro caso. Ma che dire del quasi conseguente incendio scoppiato questa volta a Kineshma, nell’impianto chimico Dmitrievsky, e cioè il più grande produttore di solventi industriali in Russia e nell’Europa orientale?

Ukrainian News ha riportato anche la notizia di un non meglio specificato “grande incendio” nella città di Korolyov, nei pressi di Mosca e dove si trovano imprese dell’industria missilistica e spaziale. A quanto pare, il “centro Korolyov per la sicurezza e la protezione civile della popolazione” ha annunciato che “nella zona industriale di Frunze Street, il tetto dell’edificio ha preso fuoco”. Non ci sono informazioni al riguardo anche nelle pagine dei media locali, precisano i media ucraini.

Poiché stiamo parlando di luoghi tanto simbolici quanto strategici, non è da escludere la pista che porta dritta ad un sabotaggio in chiave anti russa. Un’ipotesi, questa, presa in considerazione anche dal Cremlino che tuttavia mantiene il massimo riserbo sugli episodi. Nel caso in cui si trattasse effettivamente di un sabotaggio resterebbe comunque da capire l’autore: “serpi” in seno alla Russia, stanchi della guerra in Ucraina, o agenti stranieri incaricati di destabilizzare Mosca dall’interno?

Se i tre incendi sono curiosi, ancor più curiosi sono i due omici/suicidi che hanno come protagonisti due piccoli oligarchi russi. Entrambi, nel giro di poche ore, avrebbero ucciso le rispettive famiglie, salvo poi suicidarsi.

Stiamo parlando di Sergey Protosenya e Vladislav Avayev. Protosenya è stato trovato morto in Spagna, nella sua villa di Lloret de Mar, assieme alla moglie alla figlia tredicenne. Era un manager 56enne di Novatek, quarta società russa attiva nel settore degli idrocarburi il cui comproprietario (o meglio uno dei comproprietari), Gennadij Timchenko, risulta essere amico di Putin. Stando alla ricostruzione fornita dalla polizia spagnola avrebbe ucciso i suoi cari a colpi di ascia prima di togliersi la vita.

Avayev, già vicepresidente della banca Gazprombank e vicedirettore di un dipartimento della Tesoreria del Cremlino, e coproprietario della società Carbonics, avrebbe invece ucciso la moglie – per i media russi a causa di un sospetto di adulterio – e la figlia tredicenne, affetta dalla nascita da una paralisi cerebrale infantile.

Ma nell’ultimo periodo sono avvenute altre morti sospette: citiamo, ad esempio, Leonid Shulman, capo del servizio trasporti di Gazprom Invest, e Aleksandr Tyuliakov, vicedirettore generale del Centro pagamenti di Gazprom. Entrambi sono stati ritrovati senza vita. Altri suicidi oppure omicidi commissionati da qualcuno?

Fonte: it.insideover.com

Lascia una Replica

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *