La pandemia ha rallentato (tra le altre cose) la condivisione della cultura: un elemento importantissimo oggi, perché consente non solo alla globalizzazione di esistere, ma anche perché fornisce alle popolazioni mondiali una conoscenza reciproca, capace di diffondere empatia, un sentimento fondamentale alla convivenza tra i cittadini del Pianeta.

È pur vero che festival, organizzazioni, competizioni culturali non si sono fermate del tutto: internet e social media hanno fatto in modo che questo processo continuasse a vivere e diffondersi nonostante la tragedia sociale che consumava tutti i Paesi. La cultura è il motore del cambiamento, a beneficio di ogni persona, della società e del mondo produttivo.

Nel 2021, mentre l’Europa si avviava verso la fine della pandemia, si iniziava già ad agire per portare a termine il progetto Europa Creativa, con i suoi 2,4 miliardi stanziati per il bene di progetti che precedentemente erano rimasti solo su carta. La concretizzazione di questi programmi vedeva anche una grande attenzione per l’ambiente e le prospettive sociali.

L’obiettivo era aiutare le organizzazioni culturali e creative a operare a livello internazionale e promuovere la circolazione transfrontaliera delle opere culturali. Forniva sostegno finanziario ad attività volte a rafforzare la creazione e la circolazione di opere europee, sviluppare la mobilità transnazionale, lo sviluppo del pubblico, l’innovazione e il rafforzamento della digitalizzazione, oltre che la creazione e l’implementazione di nuovi modelli di business, istruzione e formazione. Le attività supportate miravano a incoraggiare gli operatori culturali e creativi a lavorare a livello internazionale.

È importante sottolineare come il bagaglio culturale non sia quantificabile solo numericamente perché un fattore spesso personale; ma, dagli anni ‘90, ci si impegna a definire l’impatto che questo bagaglio ha anche sull’economia, oltre che sul benessere delle singole persone.

Infatti, non bisogna tralasciare un fattore fondamentale, ovvero che la partecipazione culturale attiva e la qualità dell’ambiente sono risorse che contribuiscono al benessere, allo sviluppo e al potenziamento creativo, alla rigenerazione per tutte le persone, a partire dai primi anni di vita (dai primi 1.000 giorni, determinanti per la crescita bio-psico-sociale del singolo).

Ciò che non è comune, invece, è definire la cultura come una risorsa monetaria, capace (insieme ad altre forze certamente più mirate) di aiutare l’economia di un Paese. Ovviamente, come afferma il direttore del museo Guggenheim Bilbao Ignacio Vidarte credere che la sola struttura, seppur magnificente, possa essere la bacchetta magica per trasformare tutto «dalla polvere ai diamanti, è ingenuo».

Mentre in Italia il Governo Meloni si attiva nel poter realizzare il sogno di avere nuovamente (dopo il 2015) la paternità una delle più grandi mostre di cultura, innovazione e invenzione come Expo 2030, il resto d’Europa e del mondo cerca allo stesso modo di arricchire il proprio bagaglio e di migliorare le proprie infrastrutture artistiche, per rialzare la propria economia.

In effetti, anche una grande città dalle fiorenti basi industriali come Manchester ha imparato a dare valore alla cultura, costruendo uno dei più grandi luoghi artistici dalla creazione del Tate Modern nel 2000, definendolo come «manifestazione dell’investimento di Manchester nelle industrie creative come parte del suo futuro», ha dichiarato John McGrath, direttore artistico e chief executive di Factory International, che gestisce il Manchester International Festival e gli Aviva Studios, spazio culturale della città.

La struttura prende vita nel 2014 come, appunto, Factory International, per migliorare le economie di città come Manchester e allontanare il fulcro economico dal sud-est dell’Inghilterra. Il locale è stato progettato da Ellen van Loon, facente parte di Oma, stimato studio di architettura, e la sua facciata evoca il miscuglio di edifici d’epoca di Manchester. È il luogo all’interno del quale si svolge il Festival Internazionale della città, che si svolge ogni 2 anni.

(Fonte: Lasvolta.it)

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